È il racconto grato e autentico di un’amicizia e di come questa abbia cambiato per sempre la vita di Rintintin e quella del suo amico Lee Duncan. Una storia più bella del famoso serial anni ’60, una storia che rislae alla Grande Guerra e che attraversa la storia del cinema americano dalle originiai serial degli anni ’60. La storia di un uomo che amava i cani e di un cane che venerava il suo padrone. Vera e toccante.

La prima doppia pagina ti spiazza e ti incuriosisce. Il libro comincia, il testo ti dice dove siamo ma non sai ancora chi sta parlando. C’è una chiassosa compagnia di umani travestiti per Halloween, ci sono occhi di vetro, scheletri e orologi come amuleti agitati nell’aria; sullo sfondo cani che camminano e ombre di cani che volano. Ad un giro di pagina cambia tutto. Non ci sono le risate, non c’è più quel fragore; niente più uomini ad affollare la pagina. Ci sono solo cani, alcuni rapiti, immobili ad ascoltare quello che, tra loro, sta raccontando. Ora, sai chi stava parlando.

Il testo di Anna Lavatelli è sintetico, asciutto, quasi come se il cane pesasse le parole, una ad una, scegliendo quella giusta. Parole che pur dicendo di un affetto sconfinato, esclusivo sembrano pronunciate piano per far intendere l’essenziale, senza  lasciare che sia l’emozione a prendere il sopravvento sul discorso.

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