Se si sceglie di progettare un percorso di lettura non si può prescindere dai libri. Che sono, nella mia esperienza trentennale di scrittrice, il convitato di pietra negli incontri con l’autore. La motivazione a leggere non viene da proclami o dalla mera presenza di un autore. Non viene con i blablabla sull’importanza della lettura.Viene con la la lettura ad alta voce fatta in classe, quotidianamente, con l’esplorazione assidua del reparto ragazzi in libreria e stringendo allenza con la biblioteca pubblica. Viene con la passione e con la convinzione di favorire così l’educazione permanente dei propri alunni, la loro volgia di conoscere, anche fuori da scuola e dopo gli studi.

I bambini sanno perfettamente che spesso non siamo coerenti, loro vogliono le prove delle nostre convinzioni. Io li rispetto proprio per questa loro inflessibilità. Ma queste prove si forniscono solo con l’esempio. Con la frequentazione dei libri  anche da parte dell’insegnante e dal possesso di una bibliotechina per ogni bambino. I grandi lettori non si sono formati leggendo: si sono formati ri-leggendo.

Anche per questo le scuole dovrebbero sollecitare una adesione concreta dei genitori. Acquistando almeno un libro per i figli, le famiglie possono testimoniare che anche per loro leggere e’ un valore. Altrimenti tutto l’impegno dell’insegnante sarà stato inutile. Se non ci saranno libri tra le mani dei ragazzi, non nascera’ nessun amore per la lettura. Ognuno deve fare la sua parte, se ci crede veramente. Ognuno ha la sua parte di responsabilità in questo progetto, inutile lamentarsi dopo. Ma certo, come ho detto all’inizio, bisogna crederci davvero.

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